sopravvissutodi Geremia Della Putta e Francesca Bearzatto

introduzione di Anna Maria Vinci

Nuovadimensione 2013

224 pp.

14,90 euro

“Vi è in questa testimonianza la forza di una ribellione, di una resistenza che sta tanto nelle scelte dell’individuo quanto nelle profonde radici della storia della sua comunità: se nella vita di prima avevi imparato – dice Della Putta – a combattere le durezze della quotidianità, se avevi appreso le strategie della sopravvivenza che la tua gente si era abituata ad affinare nel corso del tempo, allora uscire vivo da Buchewald poteva essere una scommessa vincente”.
tratta dall’introduzione di Anna Maria Vinci

“Prendevano un centinaio di noi e ci serravano nella palestra del campo. Le SS salivano sugli spalti in pietra e cominciavano a gettare dall’alto delle gallette, di quelle che davano da mangiare ai loro cani, una ogni cinque minuti. Nella palestra si scatenava la bolgia: una battaglia disperata e feroce tra noi per afferrarle e mangiare. La folla sbandava, schiacciava, calpestava, picchiava. Bisognava stare lontani da quel cibo; speravo con tutte le mie forze che il lancio non arrivasse vicino a me”.

Il mondo rurale, l’adesione al comunismo, il dramma della deportazione e infine la tragedia del Vajont. Una vita sempre in bilico, una grande forza di volontà per resistere. La storia cruda e appassionante di Geremia, un uomo aggrappato alle sue idee che riesce a combattere con i fantasmi della storia.

Geremia Della Putta nasce il 23 marzo 1925 in Val Vajont da una famiglia di cramari, gli antichi commercianti itineranti delle Alpi orientali. Ha sette anni quando si trasferisce nell’attuale Slovenia, a Postumia, al seguito dei genitori. E’ il primo dei molto viaggi, esodi e marce che lo immergeranno nelle tragedie del Novecento: il confine caldo italo-slavo del primo dopoguerra; l’antifascismo e la Resistenza nelle vallate pordenonesi; la deportazione a Buchenwald e la Resistenza clandestina all’interno del campo di sterminio; il ritorno a piedi dopo la Liberazione, attraverso la Germania devastata dal secondo conflitto mondiale; il disastro del Vajont del 1963, che disperderà il millenario mondo valligiano.
Geremi porta con sé, nei suoi estenuanti viaggi, la propria antica cultura rurale che, assieme alla resistenza fisica e alla passione sportiva, lo aiuteranno a sopravvivere e a raccontare.

Francesca Bearzatto è nata a Spilimbergo nel 1980. Si è laureata con lode in Storia Contemporanea presso l’Università di Trieste, con la tesi Immagini della Resistenza friulana: la difficile costruzione di una memoria (a.a. 2005/2006).
Ha pubblicato per le riviste Qualestoria (2007) dell’Irslm, e Quaderni di storia (2010) dell’Istlib di Pordenone. E’ già autrice, per Nuova Dimensione, de Il sale del taràssaco. Michele Mezzaroba, dall’infanzia friulana a Mauthausen (2007). Insegna materie letterarie nelle scuole superiori

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